Dokumentarfilm
die Festung Trient

1. Weltkrieg 1914-1918

Ulrich Mößlang / Volker Jeschkeit

Ulrich Mößlang der Tauchbrillenspezialist + zertifizierter Sport-Optiker

Fernkampfwerke, Bunker, Infanteriestützpunkte, Festungen der Österreicher und Ex Forte der Italiener aus dem ersten Weltkrieg in den Alpen und Dolomiten 

Fortezza di Trento

Die Fotos zum Dokumentarfilm "Festung Trient". Mit Erlaubnis des Regisseurs können diese Foto veröffentlicht werden.

Die begleitende Fotografin zum Film ist ELIANA AGATA MARCHESE, der Regisseur des Filmes ist SERGIO DAMIANI. Auftraggeber ist die AZIENDA FORESTALE DI TRENTO-SOPRAMONTE, Direktor Dr. ARTURO CONDINI.

Aus Gründen des Copyright bitte diese Namen erwähnen bei allen Fotoserien.

Teil 1: Aufnahmen während des Festes auf dem Chegul, die Bevölkerung nimmt wirklich enthusiastisch teil am Film, endlich wird ihre Festung dokumentiert! Der Hauptdarsteller im Gespräch mit seinem Freund Marco Gramola, der auf den Chegul gekommen ist. Die Presse ist auch anwesend, die Filmaufnahmen sind das Hauptargument in der Presse des nächsten Tages.

Le foto del film documentario "Fortezza di Trento". Con permesso del registra possono essere pubblicati queste fotografie, sono gia in formato Web, le foto in grandezza naturale sono solo per L´Azienda forestale di Trento-Sopramonte (14-16Mb ciascuna). La fotografa e ELIANA AGATA MARCHESE, il registra e SERGIO DAMIANI, il produttore del film documentario e L´AZIENDA FORESTALE DI TRENTO-SOPRAMONTE.

E obbligatorio di citare i tre titoli per una pubblicazione!

La pressa e presente, le riprese del fim sono l´argomento piu importante per i giornali del giorno prossimo. La gente sul Chegul (durante la

festa) e entusiasta, finalmente la loro fortezza viene riccordata.

VJ

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Der Text meines Vortrages während der Pressekonferenz in Trient: Le fortezze del´Imperatore...Gruss, VJ

Le Fortificazioni austro-ungariche nel Trentino,Valore del patrimonio storico 

Dall´ anno 2000 sto rilevando ed esplorando le fortificazioni austro-ungariche intorno a Trento. Durante gli ultimi 4 anni delle mie ricerche ho avuto il piacere di accompagnare centinaia di turisti stranieri ed italiani a visitare le fortificazione austro-ungariche della fortezza di Trento, dello sbarramento di Tenna/Valsugana, le fortificazioni sopra Levico sulla Panarotta ed a Busa Grande. Ci sono numeroso forti, batterie e  altri manufatti militari che risalgono a 5 periodi di fortificazioni di scuola asburgica nel Trentino, di cui 3 fra il 1860 ed il 1900 e gli ultimi due fra il 1907 ed il1915.

I primi tre periodi sono facilmente individuabili e identificabile. Trattasi di forti e batterie che hanno come caratteristica architettonica l´uso della pietra locale trentina utilizzata per la costruzione di casematte per cannoni su affusto di fortezza o batterie in barbetta. Oggi la maggior parte di questi manufatti militari viene identificata con la definizione di “stile trentino”, per che si trovano solo in questa area e da nessun altra parte in Europa. Dal 1880 i forti della seconda generazione vengono dotati anche di una batteria con cupole corazzate girevole a 360 gradi. La terza generazione, il cosiddetto periodo dei forti standardizzati, ideati dal generale Vogl, comincia intorno a 1892 e dura fino al 1899.

Per la prima volta grazie al programma “Le fortezze del´Imperatore” queste opere permanenti come furono chiamate ufficialmente dal genio militare austro-ungarico, sono state rese accessibili ai visitatori mediante una serie d´interventi che li hanno restituiti alla Communita´. Opere permanenti nel vero senso della parola con un valore storico che viene sempre piu rivalutato ed apprezzato da tanti visitatori. Opere permanenti che sembrano destinate a resistere per sempre.

Negli archivi di stato di Trento e Vienna cosi come nei musei storici quali  Il museo storico italiano della guerra di Rovereto, il piccolo museo di Borgo-Valsugana e il centro documentazione di Luserna sono custoditi e consultabili migliaia di documenti e disegni originali delle fortezze trentine che rappresentano un patrimonio storico di inestimabile valore per chiunque voglia conoscere queste opere.

Nel 1907 inizia il quarto periodo di fortificazioni, caratterizzato da moderni progetti in calcestruzzo rinforzato con travi in ferro. Nasce lo sbarramento sull´ altopiano di Lavarone e Folgaria con i suoi famosi forti, nascono il forte Carriola dello sbarramento di Lardaro e il forte Tombio nella zona di Riva, per fare solo pochi esempi di questo importante periodo.

La responsabilita´ della costruzione e dei collaudi delle nuove opere fa capo alla direzione del genio militare austro-ungarico di Trento. Trento e la sede di una delle direzione del genio-militare piu importanti dell` impero austro-ungarico.

Alla direzione compete l´ esecuzione dei progetti del quinto periodo di fortificazioni nel Trentino ovvero la quinta generazione di oggetti permanenti. Doveva nascere il nuovo sbarramento nel Val L´Adige presso Rovereto. Si progettava uno sbarramento imponente composto principalmente di nuovi forti sul Monte Altissimo, Vignola, Zugna e Valmorbia nella Vallarsa oggi meglio noto sotto il nome forte Pozzacchio. Solo quest´ ultimo era in fase di costruzione nell´anno 1914, gli altri non hanno superato lo stadio del progetto. Il forte Pozzacchio e il simbolo di un nuovo tipo di costruzione, per che per la prima volta un forte sparisce quasi del tutto sotto la roccia, ma ripete l´errore che era stato commesso durante la costruzione dei forti della quarta generazione, quelli sull´ altopiano di Lavorane e  presso Folgaria, ovvero il blocco della batteria corazzata con le sue cupole, l´armamento piu importante del forte era concepito ancora all´ aperto con le cupole molto vicine fra di loro. In pratica un bersaglio facile e ben visibile per l´artiglieria nemica.

Il forte Pozzacchio non fu finito, perche l´ avvicinarsi della guerra indusse le autorita´austro-ungariche a cambiare le proprie strategie concentrando le proprie risorse sulle opere per la difesa della conca di Trento. Ha inizio quindi la realizzazione della quinta generazione di fortificazioni nel Trentino concentrate soprattutto intorno alla citta ´di Trento.

Ancora una volta il ruolo del genio militare di Trento risulta determinante. Nell´ autunno 1914 il suo nuovo direttore  Maggiore Generale Franz Steinhart uno dei piu brillanti ufficiali del genio austro-ungarico, ingegnere civile e capo cantiere molto energico e con una esperienza ventennale maturata sul campo ideava e dirigeva la costruzione della nuova fortezza di Trento che nasce il 7.ottobre 1914 con la prima istruttoria del direttore del genio militare di Trento. La fortezza sparisce sotto la roccia a prova di bomba, inespugnabile e invulnerabile. Nascono le batterie in caverna, le nuove batterie corazzate e alla fine  nuovi  forti corazzati.

Questi ultimi all´ inizio furono ancora identificati come fortificazioni campali di carattere provvisorio ma vengono riqualificati nel rapporto di equipaggiamento del 10. ottobre 1915 del genio militare di Trento come oggetti permanenti. A Trento vengono realizzati i due soli prototipi di forti corazzati di tutto l´ impero austro-ungarico: Monte Calisio e Monte Celva fortemente armati e con una potenza di fuoco che superava di molto quella dei forti sull´ altopiano. Ancora oggi questi forti vengono chiamati dalla popolazione locale i due gendarmi di Trento. Costruiti con l ´esperienza maturata durante la realizzazione delle prime batterie corazzate sotto la roccia quali la batteria Peschiera vicino al forte Corno, la batteria corazzata Martini, oggi nota come batteria Zampetta nelle vicinanze del vecchio forte Matterello e la batteria corazzata Busa Grande sopra Levico, i due gendarmi rappresentanoil culmine dello sviluppo di fortificazioni militari iniziate nel 1860 e terminate sotto la cima del Monte Calisio nel Gennaio 1916. Le esperienze tecniche maturate a Trento (fra l´altro l´ utilizzo sistematico e in maniera industriale del calcestruzzo armato con reti di tondini di ferro e del calcestruzzo additivato a prova d´ infiltrazione d´acqua) venivano sfruttate e migliorate nell` esecuzione  delle fortificazioni a Riva, della Tagliata del Ponale, della linea sopra il Valle di Loppio vicino a Rovereto. Durante la guerra si e fortificato tutto il Trentino. In particolare a Trento e stata realizzata la fortezza piu moderna dell ´impero austro-ungarico, armata con 295 cannoni nel suo anello interno della difesa. Il programma “le fortezze del´Imperatore” include ovviamente anche questa ultima fase delle fortificazioni nel Trentino e  quindi la nuova fortezza della citta´ di Trento che si sviluppa su un considerevole tratto del territorio circostante il capoluogo. Infatti partendo dal lago di Molveno la fortezza attraversa la Valle dei Laghi a sud di Vezzano per incontrare altre linee di fortificazione in caverna nella Valle di Cei e sul Monte Valstornada, prosegue nella Valle dell ´Adige presso Carli per andare sul Vignale e sulla Vigolana scendendo e occupando la cresta dei Somi nel comune di St. Nicolo fino a Caldonazzo, quindi attraversa la Valsugana per arrivare sopra Levico a Busa Grande e si congiunge con la linea principale della difesa sulla Panarotta. Bisogna inoltre riccordare la linea Brada che da Pergine passa per il Monte Brada e Cost´alta fino al passo del Redebus. Insomma la nuova fortezza di Trento era grandissima.Grand parte di queste fortificazioni son gia visitabile utilizzando i nuovi sentieri di trekking realizzati da vari enti pubblici. 

Poco tempo fa ho accompagnato un gruppo di studenti austriaci di scienze storiche a visitare le fortificazioni estese sotto la roccia a Candriai, una fucileria corazzata della fanteria lunga centinaia di metri e posta su due piani. Mentre si discuteva il valore militare e strategico dell´ imponente costruzione, giunti in una piccola casamatta gli studenti rimanevano in silenzio per alcuni secondi fissando una scritta impressa a mano con un rametto nel calcestruzzo ancora fresco. Era il nome di un operaio civile, uno delle migliaia di operai militarizzati che avevano costruito la fortezza. Sotto il nome , Vincenz Borcz, aveva scritto il suo grado: Partiführer, vale a dire capo squadra, e la data: 1915. In quel momento i studenti hanno realizzato un diverso e non secondario aspetto della storia di queste fortificazioni, ovvero hanno colto il loro lato umano di cui sono state ritrovate numerose altre testimonianze quali diari, lettere, documenti che ci ricordano come la storia di queste imponenti opere sia strettamente intrecciata con quella delle migliaia di donne e uomini che hanno contribuito a realizzarle. 

Grazie per la vs. attenzione…

 

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